L’11 dicembre, tra le antiche pietre della Chiesa di San Jacopo, abbiamo vissuto qualcosa di straordinario. Il “Candle Concert”, ideato e organizzato da Massimo Lenzi e Carlo Bernini, non è stato solo un concerto. È stata un’esperienza dell’anima.
Le candele tremolanti illuminavano volti rapiti, mentre le note, sospese tra la navata e il cielo, ci hanno portato in un viaggio attraverso le più belle pagine della lirica e un classico senza tempo:
Un viaggio iniziato nella BOHEME di Puccini, tra la timidezza di “Che gelida manina”, la poesia di “Mi chiamano Mimì” e il duetto d’amore “O soave fanciulla”.
Poi, il cuore si è stretto con la dolcezza e il dramma di MADAMA BUTTERFLY, tra la preghiera d’amore “Vogliatemi bene”, la struggente attesa di “Un bel dì vedremo” e il commiato straziante di “Addio, fiorito asil”.
L’intensità è cresciuta con la passione di TOSCA: l’appassionato richiamo di “Mario! Mario! Mario!”, il grido di dolore di “Vissi d’arte” e la nostalgia disperata di “E lucevan le stelle”.
Un momento di puro, tragico lirismo con il “Intermezzo” di Mascagni da Cavalleria Rusticana, un’onda di melodie che ha riempito ogni angolo dell’anima.
Per chiudere in un abbraccio collettivo e suggestivo, la dolce malinconia di “White Christmas”, che ha unito tutti in un’atmosfera di pace e attesa.
Grazie a ogni artista sul palco per le emozioni regalate. Grazie a Massimo e Carlo per aver creduto in questa magia. Grazie a voi, pubblico, per il silenzio carico di sentimento e gli applausi sinceri.
Quando la musica è così, non è solo arte. È un rifugio, un ricordo che resta acceso molto dopo che le candele si sono spente.














































